“Amaro o amore” Past. Sandro Lauricelli

Il popolo d’Israele ha appena attraversato il Mar Rosso, miracolo incredibile, hanno visto una potente operazione. Sono 15 km più o meno attraverso il mare. Questa storia è la dimostrazione che la fede produce il miracolo e non viceversa, la base è la fede e non il miracolo. Loro sono passati all’altra riva e dopo fanno una celebrazione clamorosa per ringraziare il Signore per questo miracolo. ESODO 15:22-27 22 Poi Mosè fece partire gli Israeliti dal mar Rosso ed essi si diressero verso il deserto di Sur; camminarono tre giorni nel deserto e non trovarono acqua. 23 Quando giunsero a Mara, non potevano bere l’acqua di Mara, perché era amara; perciò quel luogo fu chiamato Mara. 24 Allora il popolo mormorò contro Mosè, dicendo: «Che berremo?» 25 Egli gridò al Signore; e il Signore gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell’acqua, e l’acqua divenne dolce. È lì che il Signore diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo: 26 «Se tu ascolti attentamente la voce del Signore che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il Signore, colui che ti guarisce». 27 Poi giunsero a Elim, dove c’erano dodici sorgenti d’acqua e settanta palme; e si accamparono lì presso le acque. Il popolo d’Israele viene da un miracolo potente, dove per 15 km ha camminato all’interno del Mare. Ripartiti, dopo tre giorni di cammino trovano una sorgente ma l’acqua era amara. Loro non possono bere quell’acqua e anziché avere fede, iniziano a mormorare e lamentarsi con Mosè. Allora Mosè grida all’Eterno e Dio fa un altro miracolo. Il principio di questa storia è che il popolo aveva dimenticato, solo dopo tre giorni, la grandezza di Dio. Questo era accaduto perchè il popolo in quei tre giorni si era concentrato a camminare ed aveva dimenticato la cosa più importante che ritroviamo al verso 26, non poteva passare nemmeno un giorno per il popolo di Dio senza stare alla Sua presenza e con la Sua Parola. Nel momento in cui loro lasciano la presenza di Dio si è creata l’aridità spirituale prima e naturale dopo. È il rapporto personale con Dio che stabilirà la sorgente di acqua continua dentro di noi e cancellerà la siccità in noi. Perche il legno è così importante?

La Bibbia ci descrive come degli alberi. SALMO 1:1-3 1 Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori, né si siede in compagnia degli schernitori, 2 ma il cui diletto è nella legge del Signore e su quella legge medita giorno e notte. 3 Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa prospererà. E’ importante che noi attingiamo dai rivi d’acqua.
Quando pensiamo al legno pensiamo alla croce. GALATI 3:13-14 13 Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), 14 affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso. Quando noi guardiamo il legno, il legno elimina aridità dalla nostra vita, quando noi teniamo gli occhi fissi su Gesù, sulla Sua presenza, questo elimina la siccità nelle nostre vite. Quel giorno la lezione è stata di non appoggiarsi agli altri, a Mosè, ma mantenere una relazione diretta con Dio.

Alla fine del percorso il popolo d’Israele si ferma ad Elim, che significa palma e lì trovano 12 sorgenti d’acqua, una per ogni tribù d’Israele, e 70 palme. Il numero 70 rappresenta la pienezza, il completamento. Tutto ciò avviene perchè il popolo è tornato al Signore attraverso Mosè. Cosa ci vuole insegnare oggi il Signore: la salvezza è la fonte da cui arriva quell’acqua e quando non c’è la presenza di Dio c’è l’amarezza. ISAIA 12:3 3 Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza. SALMO 51:12 12 Rendimi la gioia della tua salvezza, e uno spirito volenteroso mi sostenga. Non dobbiamo identificarci nell’amarezza. 3GIOVANNI 1:2-4 2 Carissimo, io prego che in ogni cosa tu prosperi e goda buona salute, come prospera l’anima tua. 3 Mi sono rallegrato molto quando sono venuti alcuni fratelli che hanno reso testimonianza della verità che è in te, del modo in cui tu cammini nella verità. 4 Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità. Qui l’apostolo collega lo stare bene dentro con la prosperità e la salute. La nostra famiglia deve vivere nel benessere di Dio. La verità porta prosperità, la prosperità porta buona salute. L’amarezza cercherà sempre di entrare nella tua vita, nel tuo percorso, nelle tue vittorie. Tu devi spegnere l’amarezza, questa è la maturità spirituale. ISAIA 12:3 3 Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza. SALMO 51:12 12 Rendimi la gioia della tua salvezza, e uno spirito volenteroso mi sostenga. Un’altra cosa che spegne l’amarezza è la stabilità nella fede, non ha a che fare con le emozioni. 1CORINZI 10:1-12 1 Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, passarono tutti attraverso il mare, 2 furono tutti battezzati nella nuvola e nel mare, per essere di Mosè; 3 mangiarono tutti lo stesso cibo spirituale, 4 bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo. 5 Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque: infatti furono abbattuti nel deserto. 6 Or queste cose avvennero per servire da esempio a noi, affinché non siamo bramosi di cose cattive, come lo furono costoro, 7 e perché non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto è scritto: «Il popolo si sedette per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi». 8 Non fornichiamo come alcuni di loro fornicarono, e ne caddero in un giorno solo ventitremila. 9 Non tentiamo Cristo come alcuni di loro lo tentarono, e perirono morsi dai serpenti. 10 Non mormorate come alcuni di loro mormorarono, e perirono colpiti dal distruttore. 11 Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche. 12 Perciò, chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere. La roccia che seguiva il popolo nell’Antico Testamento era Cristo, Cristo c’è sempre stato! Noi vogliamo sempre rimanere con la presenza del Signore, ogni giorno il Signore vuole renderci la gioia della salvezza.

Un episodio interessante si trova nel libro di Ruth. A Naomi (significa piacevole) muore il marito e da allora si fa chiamare Mara perchè era caduta nell’amarezza. Dio lavora nella vita di Naomi attraverso Ruth (significa amica) per rinnovare la sua identità, perché noi non dobbiamo identificarci con l’amarezza. Arriva Boaz, incontra Ruth e riscatta Naomi ristabilendo la sua identità. Ci sono situazioni che causano amarezza nella nostra vita che dipendono da noi perché non stiamo con il Signore ma ci sono situazioni che non decidiamo noi e che la vita ci mette davanti, ciò che possiamo decidere è qual è la nostra identità spirituale. Vogliamo continuare a rimanere senza amarezza ma con tanto piacere nel Signore.