“Inarrestabili” Past. Sandro Lauricelli

La storia di Gedeone e i Madianiti

Quando io con tutti quelli che sono con me suonerò la tromba, anche voi suonerete le trombe intorno a tutto l’accampamento e direte: «Per il Signore e per Gedeone!» (Giudici 7:18).

Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero all’estremità dell’accampamento, al principio del cambio di mezzanotte, quando si era appena dato il cambio alle sentinelle. Suonarono le trombe e spezzarono le brocche che tenevano in mano. Allora le tre schiere suonarono le trombe e spezzarono le brocche; con la sinistra presero le fiaccole e con la destra le trombe per suonare, e si misero a gridare: «La spada per il Signore e per Gedeone!»

Ognuno di loro rimase al suo posto, intorno all’accampamento; e tutti quelli dell’accampamento si misero a correre, a gridare, a fuggire. Mentre quelli suonavano le trecento trombe, il Signore fece rivolgere la spada di ciascuno contro il compagno per tutto l’accampamento. L’esercito madianita fuggì fino a Bet-Sitta, verso Serera, fino al limite di Abel-Meola, presso Tabbat.


Un approfondimento sul significato della storia

In questa storia si parla di Gedeone che affronta i Madianiti. La parola madianita significa sentenza, conflitto e giudizio, e indica tutte quelle situazioni che rappresentano una sentenza nella nostra vita. Gedeone, il cui nome significa “colui che abbatte”, si trova a dover affrontare questa sfida.

La sentenza contro Israele era rappresentata dalla numerosità del popolo di Madian, che lo rendeva apparentemente invincibile. Dio ordina a Gedeone di lasciare a casa coloro che avevano paura, perché la paura è il nemico della fede. La paura può arrivare alla mente, ma non deve mai scendere nel cuore.

Successivamente, Dio chiede a Gedeone di fare un’altra selezione: lasciare a casa chi si inginocchia e beve come un cane. Nella Bibbia, il cane rappresenta coloro che non appartengono al popolo di Dio, che non riconoscono Gesù come Re dei re e Signore dei signori. Chi va in battaglia deve rimanere in piedi, non piegarsi.

Alla fine delle selezioni, solo trecento uomini restano in piedi. Il numero trecento in ebraico è rappresentato dalla lettera shin, simbolo che rappresenta Shaddai, uno dei nomi di Dio che significa “Onnipotente”.


Il simbolismo di Deuteronomio 6:4-9

4Ascolta, Israele: il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore.
5Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze.
6Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore;
7li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
8Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi
9e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città.

In Israele, vicino alla porta di ogni casa c’è una piccola custodia con la preghiera di Deuteronomio 6:4-9. Fuori da questa custodia si trova il simbolo shin, che rappresenta l’Onnipotenza di Dio. Lo stesso simbolo si trova sugli indumenti tefillin, indossati sul braccio destro e sulla fronte. In questo modo, ogni giorno il popolo ricorda che Dio è l’Onnipotente e può cambiare ogni circostanza.


Il pane d’orzo e il significato del sogno di Gedeone

Gedeone ha un sogno in cui vede un pane d’orzo che scende sull’accampamento dei Madianiti. Il pane rappresenta la Parola di Dio, e l’orzo, un cereale umile, simboleggia che l’umiltà precede la gloria. Questo pane travolge Madian, i nemici, le sentenze contro Israele.

Dio manda in battaglia i trecento uomini con una brocca, una fiaccola e una tromba:

  • La brocca spezzata rappresenta la nostra vita trasformata e purificata dalle prove.
  • La fiaccola rappresenta il fuoco di Dio e la sua unzione.
  • La tromba rappresenta l’adorazione.

Il rapporto personale con Dio

Di fronte alle sentenze e ai giudizi che ci raggiungono, dobbiamo ricordare che Dio è buono e fedele. Spesso costruiamo un rapporto con le persone che parlano di Dio, ma Dio desidera un rapporto diretto con ciascuno di noi. Anche quando siamo soli, Dio, l’Onnipotente, è con noi.


Giovanni 6:48-50

48Io sono il pane della vita.
49I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono.
50Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia.

Gesù si presenta come il pane della vita, superiore a ogni promessa dell’Antico Testamento. Chi sperimenta Gesù diventa inarrestabile. L’unico motivo per cui possiamo smettere di esserlo è se ci allontaniamo dalla Parola di Dio, che ci fortifica, ci nutre e ci dà forza.