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Lettura consigliata Genesi dal capitolo 25 al capitolo 33.
Perché parlare di Giacobbe nel giorno del ringraziamento?
E’ GIUSTO E GENEROSO
Perché la vita di Giacobbe è cambiata quando ha realizzato la potenza del ringraziamento.
(Genesi 25:19) Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco.
(Genesi 25,24-26) 24 Quando venne per lei il tempo di partorire, ecco che ella aveva in grembo due gemelli. 25 E il primo che uscì fuori era rosso; egli era tutto quanto come un mantello peloso; così lo chiamarono Esaù. 26 Dopo uscì suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di Esaù; così lo chiamarono Giacobbe. Or Isacco aveva settant’anni quando Rebecca li partorì.
Giacobbe significa “colui che trattiene”.
Nella nostra vita le cose che succedono dipendono anche dalla nostra attitudine. La vita di Giacobbe è un insegnamento per tutti i credenti di quanto sia importante che la nostra attitudine possa cambiare, perché la nostra attitudine stabilirà la nostra altitudine.
Più cambia verso il Signore la tua attitudine, più cambierà la tua vita verso il Signore, più la benedizione di Dio ti inseguirà.
Il nome di Giacobbe, colui che trattiene, nella sua storia, inizia con un’accezione negativa e finisce con una positiva.
Nell’accezione negativa del suo trattenere, la prima cosa che fa è approfittare di un bisogno di suo fratello per farsi vendere la primogenitura.
(Genesi 25,29-34) 29 Una volta che Giacobbe si cucinò una zuppa, Esaù giunse dai campi tutto stanco. 30 Ed Esaù disse a Giacobbe: «Per favore, lasciami mangiare un po’ di questa zuppa rossa, perché sono stanco». Per questo fu chiamato Edom. 31 Ma Giacobbe gli rispose: «Vendimi prima la tua primogenitura». 32 Esaù disse: «Ecco io sto per morire; che mi giova la primogenitura?». 33 Allora Giacobbe disse: «Prima, giuramelo». Ed Esaù glielo giurò e vendette la sua primogenitura a Giacobbe. 34 Quindi Giacobbe diede a Esaù del pane e della zuppa di lenticchie. Ed egli mangiò e bevve; poi si alzò e se ne andò. Così Esaù disprezzò la sua primogenitura
Giacobbe, con la complicità di sua madre, riesce a rubare anche la benedizione che era stabilita per il primogenito, ingannando Isacco.
Giacobbe per queste sue scelte si mette suo fratello contro, infatti Esaù cercò di ucciderlo. Giacobbe però si trova di fronte al momento difficile, al momento della paura.
Ci sono momenti della nostra vita che Dio permette, per poterci cambiare.
(Genesi 27:34-37) 34 All’udire le parole di suo padre, Esaù diede un grido forte ed amarissimo. Poi disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». 35 Ma Isacco rispose: «Tuo fratello è venuto con inganno e si è presa la tua benedizione». 36 Esaù disse: «Non è a ragione chiamato Giacobbe? Egli mi ha soppiantato già due volte: mi tolse la primogenitura, ed ecco ora si è presa la mia benedizione». Poi aggiunse: «Non hai tu riservato una benedizione per me?». 37 Allora Isacco rispose e disse a Esaù: «Ecco, io l’ho costituito tuo padrone e gli ho dato tutti i suoi fratelli per servi, e l’ho provvisto di frumento e di vino; che potrò fare per te, figlio mio?»
La vita lontana dal Signore produce solo distruzione. Giacobbe inizia a ringraziare il Signore
(Genesi 32:9-13) 9 Poi Giacobbe disse: «O DIO di mio padre Abrahamo, DIO di mio padre Isacco, o Eterno, che mi dicesti: “Torna al tuo paese e al tuo parentado e ti farò del bene”, 10 io non sono degno di tutte le benignità e di tutta la fedeltà che hai usato col tuo servo, poiché io passai questo Giordano solamente col mio bastone e ora son divenuto due schiere. 11 Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù, perché io ho paura di lui e temo che egli venga ad attaccarmi, non risparmiando né madri né bambini. 12 E tu dicesti: “Certo, io ti farò del bene e farò diventare la tua discendenza come la sabbia del mare, che non si può contare tanto è numerosa”». 13 Così Giacobbe passò in quel luogo la notte; e da ciò che gli veniva sottomano egli scelse un dono per suo fratello Esaù:
L’esempio di Giacobbe ci fa pensare ad una famiglia cristiana soggetta a sbagliare. Una famiglia che nel passato ha vissuto tanti miracoli, poi però si dimentica del bene ricevuto.
Perchè il giorno del ringraziamento? perchè più che pensare a quello che non abbiamo per il futuro, dobbiamo fermarci a ringraziare Dio per quello che ha fatto per noi fino ad oggi, perchè è stupendo e potente; solo per questo Lui è degno della nostra lode e adorazione. Però a volte cadiamo nel laccio dei nostri pensieri e della carne.
Rebecca, Giacobbe e Isacco sono un esempio di attitudine sbagliata.
Esaù ha buttato via la sua chiamata: è vero che suo fratello gli aveva proposto la zuppa ma lui avrebbe potuto rifiutare, dichiarando di non voler vendere il piano di Dio per la sua vita per una zuppa.
A volte ci sono delle persone che fanno delle scelte per la propria vita che vanno lontano dalla chiamata di Dio per loro: es. sposare una persona che non vuole servire il Signore come te, accettare un lavoro che ti porterà lontano dal Signore, accettare dei compromessi nel lavoro.
Quando facciamo delle scelte ci dobbiamo chiedere: “con questa scelta sto vendendo la chiamata di Dio per la mia vita o questa scelta porterà la benedizione di Dio nella mia vita?”
Forse non siamo come Esaù, ma possiamo diventare come lui.
La chiamata di Dio per la tua vita è più importante di qualsiasi altra cosa. Ma lo deciderai tu quanto vale la chiamata di Dio.
Quanto vale la chiamata di Dio per la tua vita?
A volte per alcuni vale meno del costo della benzina per venire in chiesa, o nell’orario in cui si devono alzare la mattina per fare un servizio.
Chi sa fare il bene e non lo fa commette peccato. Non basta avere una vita moralmente corretta, se poi non faccio nulla per adempiere la chiamata di Dio per la mia vita.
A volte non fare la volontà di Dio non è rubare agli altri ma trattenere per sé, perché se puoi fare qualcosa di buono e lo trattieni per te comunque stai rubando una benedizione che Dio aveva preparato per qualcun altro attraverso di te.
Quindi posso essere come Esaù quando mi invento una scusa per non servire, e sono come Giacobbe quando invento una scusa per non fare del bene.
Quando la vita di Giacobbe è cambiata? Quando vengono rotte tre cose nella sua vita:
1.Rottura verso Dio. Quando capisce che quello che lui ha non è grazie al fatto che è figlio di Isacco, ma grazie al fatto che è figlio di Dio.
(Genesi 32:10) io non sono degno di tutte le benignità e di tutta la fedeltà che hai usato col tuo servo, poiché io passai questo Giordano solamente col mio bastone e ora son divenuto due schiere.
2.Rottura verso se stesso. Viene rotto il suo carattere.
(Genesi 32:24-30) 24 Così Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntar dell’alba. 25 Quando quest’uomo vide che non lo poteva vincere, gli toccò la cavità dell’anca; e la
cavità dell’anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. 26 E quegli disse: «Lasciami andare, perché sta spuntando l’alba». Ma Giacobbe disse: «Non ti lascerò andare, se non mi avrai prima benedetto!». 27 L’altro gli disse: «Qual è il tuo nome?». Egli rispose: «Giacobbe». 28 Allora quegli disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, poiché tu hai lottato con DIO e con gli uomini, ed hai vinto». 29 Giacobbe gli disse: «Ti prego, dimmi il tuo nome». Ma quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?». 30 E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia, e la mia vita è stata risparmiata».
Giacobbe ha una rottura dentro di sé, verso il suo carattere. Riconosce che la benedizione vien da Dio, non arriva rubandola da suo fratello.
Da questi versi evince il motivo positivo del significato del suo nome “Colui che trattiene”, perché in questo incontro Giacobbe non lascia andare l’angelo, lo trattiene per quello che davvero serve, in questo caso trattenere ha il significato di essere tenace. Giacobbe è diventato Israele perché aveva questa attitudine nel suo cuore, lui era tenace, non mollava mai. Prima aveva usato questa sua caratteristica in negativo cercando di rubare tutto, adesso lo usa nel modo giusto trattenendo l’angelo e ricevendo finalmente, la vera benedizione, cioè la benedizione di Dio, non quella rubata.
Israele significa: Dio è Colui che prevale.
Da quel giorno Giacobbe realizza che non è più lui che vince, ma che Dio vince. Chiama quel posto Peniel che significa: faccia di Dio.
Dio usa la nostra personalità per il bene, per adempiere la chiamata di Dio. I tuoi punti di forza devono essere usati per adempiere la chiamata di Dio e i tuoi punti di debolezza devono essere cambiati per adempiere la chiamata.
Giacobbe è un leader con un carattere forte nel Signore. 3.Rottura nella sua relazione con gli altri.
Genesi 33:1-3 1 Giacobbe alzò gli occhi, guardò e vide arrivare Esaù, che aveva con sé quattrocento uomini. Allora divise i figli fra Lea, Rachele e le due serve. 2 In testa mise le serve e i loro figli, poi Lea e i suoi figli, e da ultimo Rachele e Giuseppe. 3 Egli stesso passò davanti a loro e s’inchinò fino a terra sette volte, finché giunse vicino a suo fratello. 4 Allora Esaù gli corse incontro, l’abbracciò, gli si gettò al collo e lo baciò; e piansero.
Il ringraziamento ha un’unica radice che è l’umiltà.
L’umiltà è quell’attitudine che ci porta a ringraziare Dio per quello che abbiamo e a ringraziare gli altri per quello che abbiamo ricevuto.
Esaù e Giacobbe realizzano lo scopo della loro vita, Esaù era nato per essere il primo fisicamente, ma Giacobbe era nato per essere il primo spiritualmente.
Noi dobbiamo realizzare che nella vita degli altri ci sono dei limiti, ma noi vogliamo ringraziare il Signore per i nostri fratelli in Cristo.
Non permettere a nessuna situazione di separarti dai tuoi fratelli in Cristo e dai tuoi fratelli naturali.