Ascolta la registrazione audio
2 Timoteo 2:1-4 Tu dunque, figlio mio, fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù; 2 e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri. 3 Tu dunque sopporta sofferenze, come un buon soldato di Gesù Cristo. 4 Nessuno che presta servizio come soldato s’immischia nelle faccende della vita, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato.
E’ importante ricordare a noi stessi il significato della Chiesa. Gesù ha detto: “Io edificherò la mia chiesa e le porte dell’ades non la potranno vincere”.
Questa affermazione di Gesù conferma che la chiesa è chiamata fuori dal sistema di questo mondo. Noi diventiamo chiesa quando decidiamo di servire il Signore e di seguire la Sua volontà.
Timoteo, che era mandato a curare e a fondare chiese, riceve dall’apostolo Paolo questo messaggio, e il primo incoraggiamento è di “fortificarsi nella grazia che è in Cristo Gesù”. Ma perché dobbiamo fortificarci nella Sua grazia? Perché la forza di Dio è associata alla Sua grazia; quando ci appoggiamo alla Sua grazia, sperimentiamo l’amore immisurabile che Dio ha preparato per l’uomo che compensa qualsiasi momento della nostra vita, sia che si tratti di successo che di insuccesso. Nella Sua grazia staremo sempre bene.
Lo scopo della chiesa è: prendere tutte le cose che abbiamo udito in presenza di molti testimoni, affidarle a uomini fedeli che siano in grado di insegnarle anche ad altri. La chiesa, infatti, è associata a un fiume, perché inizia dalla sorgente e finisce nel prendere l’acqua e trasportarla, e non di un lago o un acquitrino con acqua stagnante.
In questa lettera l’apostolo Paolo parla di tre esempi della chiesa: del soldato, dell’atleta e dell’agricoltore. Ma tratteremo l’esempio del soldato.
Un esempio eclatante di soldato di Dio nella Bibbia è Davide. Davide è stato un soldato coraggioso, audace, forte, determinato, costante e incoraggiatore. Ma oltre che conoscere queste qualità esteriori di Davide, è molto importante conoscere le sue qualità interiori: il suo cuore e la sua sensibilità.
Davide fu mandato da Dio a Hebron e qui trascorse diversi anni; in quegli anni gli nacquero sei figli. Dio permise che ci restasse così a lungo, perché doveva succedere qualcosa di speciale.
2 Samuele 3:1-5 La guerra fra la casa di Saul e la casa di Davide fu lunga. Davide si faceva sempre più forte, mentre la casa di Saul si indeboliva sempre di più. 2 In Hebron a Davide nacquero dei figli. Il suo primogenito fu Amnon, di Ahinoam la Jezreelita; il secondo fu Kileab, di Abigail la Karmelita, già moglie di Nabal; il terzo fu Absalom, figlio di Maakah, figlia di Talmai, re di Gheshur; il quarto fu Adonijah, figlio di Hagghith; il quinto fu Scefatiah, figlio di Abital, e il sesto fu Ithream, figlio di Eglah, moglie di Davide. Questi nacquero a Davide in Hebron.
Davide già aveva ricevuto la chiamata di re d’Israele, ma la battaglia tra lui e la casa di Saul continuava. Nella casa di Saul rimase l’ultimo suo figlio, Ish-Bosceth, e a comando del suo esercito aveva Abner. Ish-Bosceth dichiarò il falso su Abner e quest’ultimo decise di allontanarsi e servire Davide.
2 Samuele 3:6-9 Durante la guerra fra la casa di Davide e la casa di Saul, Abner si tenne saldamente stretto alla casa di Saul. 7 Or Saul aveva avuto una concubina di nome Ritspah, figlia di Aiah; e Ish-Bosceth disse ad Abner: “Perché sei entrato dalla concubina di mio padre?”. 8 Abner si adirò fortemente per le parole di Ish-Bosceth e rispose: “Sono forse una testa di cane di Giuda? Fino ad oggi ho usato fedeltà verso la casa di Saul tuo padre, verso i suoi fratelli e i suoi amici e non ti ho dato nelle mani di Davide, e proprio oggi tu mi rimproveri la colpa commessa con questa donna! 9 Dio faccia ad Abner e anche peggio, se io non faccio per Davide ciò che l’Eterno gli ha giurato.
2 Samuele 3:33-39 Il re intonò un lamento su Abner e disse: “Doveva Abner morire come muore uno stolto? 34 Le tue mani non erano legate, né i tuoi piedi erano stretti in catene di bronzo! Sei caduto davanti ai malfattori”. Così tutto il popolo pianse di nuovo su di lui. 35 Poi tutto il popolo venne per invitare Davide a prendere cibo, mentre era ancora giorno; ma Davide giurò dicendo: “Così mi faccia DIO e anche peggio se assaggerò pane o alcun’altra cosa prima che tramonti il sole”. 36 Tutto il popolo capì e approvò la cosa; tutto ciò che il re faceva era approvato da tutto il popolo. 37 Così tutto il popolo e tutto Israele compresero che non era affatto intenzione del re uccidere in quel giorno Abner, figlio di Ner. 38 Il re disse quindi ai suoi servi: “Non sapete che un principe e un grande uomo è caduto oggi in Israele? 39 Anche se unto re, io sono ancora debole, mentre questi uomini, i figli di Tseruiah, sono troppo forti per me. Ripaghi l’Eterno il malvagio secondo la sua malvagità”.
Davide finalmente aveva ricevuto vittoria: in un modo sconvolgente Abner si era allontanato dalla casa di Saul per servirlo, diventando amici. E quando tutto sembrava andare verso la vittoria, il capo dell’esercito di Davide, Joab, uccise Abner per gelosia e rabbia, e così, invece di uscire in liberazione, Davide sprofondò nella tristezza.
La cosa che più colpisce è l’azione di Davide nel riconoscere la sua debolezza.
Il successo esteriore di una persona passa sempre dall’analisi del cuore. Per questo motivo il cuore di Davide è apprezzato da Dio. Il suo cuore è l’esempio del servo perfetto che accetta le proprie debolezze. Un soldato è forte quando riconosce e accetta le sue debolezze, perché così ha l’abilità di poterci lavorare e lasciarsi fortificare e sostenere da Dio.
Salmo 56:3 Quando avrò paura, confiderò in te.
Un credente può avere paura, ma non vive nella paura. Anche un soldato può avere paura quando vede il nemico avanzare, ma sa che Dio è con lui, non lo lascerà e non lo abbandonerà.
Il luogo dove Dio portò Davide, Hebron, è il luogo dell’amicizia; è il luogo dove Dio stabilisce un patto tra Abner e Davide. Da quel giorno in quel luogo, Davide ricevette una meravigliosa vittoria.
-Qual è la condizione del mio cuore?
Apocalisse 3:1-22 “E all’angelo della chiesa di Sardi scrivi: queste cose dice colui che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle. Io conosco le tue opere; tu hai la reputazione di vivere, ma sei morto. 2 Sii vigilante e rafferma il resto delle cose che stanno per morire, perché non ho trovato le tue opere compiute davanti al mio Dio. 3 Ricordati dunque quanto hai ricevuto e udito; serbalo e ravvediti. Se tu non vegli, io verrò su di te come un ladro, e non saprai a quale ora verrò su di te. 4 Tuttavia hai alcune persone in Sardi che non hanno contaminato le loro vesti; esse cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degne. 5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio, e davanti ai suoi angeli. 6 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”. 7 “E all’angelo della chiesa in Filadelfia scrivi: queste cose dice il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre. 8 Io conosco le tue opere; ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, nonostante tu abbia poca forza, hai custodito la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. 9 Ecco, io ti consegno alcuni della sinagoga di Satana, che si dicono Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi e conosceranno che io ti ho amato. 10 Poiché hai custodito la parola della mia costanza, anch’io ti custodirò dall’ora della prova che verrà su tutto il mondo, per mettere alla prova coloro che abitano sulla terra. 11 Ecco, io vengo presto; tieni fermamente ciò che hai, affinché nessuno ti tolga la tua corona. 12 Chi vince io lo farò una colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non uscirà mai più fuori; e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome. 13 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”. 14 “E all’angelo della chiesa in Laodicea scrivi: queste cose dice l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio. 15 Io conosco la tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! 16 Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca. 17 Poiché tu dici: “Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla”; e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me dell’oro affinato col fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per coprirti e non far apparire così la vergogna della tua nudità, e di ungerti gli occhi con del collirio, affinché tu veda. 19 Io riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti. 20 Ecco, io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con me. 21 A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono. 22 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”.
Davide aveva sempre successo perché aveva un amore per il Signore che non si spegneva mai. Il suo amore per Dio veniva sempre alimentato perché era umile e guardava il suo cuore. Ma il nostro cuore com’è? A quale di queste tre chiese si identifica?
La chiesa di Filadelfia. La parola “Filadelfia” in greco significa amicizia e legame, ricorda Hebron, luogo in cui Davide e Abner hanno stretto amicizia e legame. La chiesa di Filadelfia viene esaltata per la sua fedeltà, e viene identificata a chi ha il cuore umile e concentrato sul desiderio di servire il Signore. Qualsiasi distrazione o difficoltà nel cammino non deve essere imputata a qualcun altro, ma occorre cogliere l’occasione di prenderne atto e lavorare per migliorarsi, proprio come fece Davide.
Alla chiesa di Sardi appartengono le persone appagate per ciò che hanno fatto ma svogliate, che hanno dimenticato che occorre continuare a lavorare per i bisogni che ci sono attorno. La chiesa non è solo un luogo per ricevere, ma soprattutto per dare. Quando diamo, l’attenzione di Dio sarà ancora di più su di noi. Davide, quando si sentì appagato, commise grandissimi errori. Dobbiamo sempre rimanere disponibili e attivi per benedire e lavorare per i bisogni che ci sono attorno, questo creerà un fiume in piena nella nostra vita e ci preserverà dall’adagiamento che porta al peccato.
Alla chiesa di Laudicea appartengono gli indifferenti. Non sono né freddi né caldi,non commettono peccati clamorosi,hanno una vita regolare e sono a posto così… La cosa più incredibile è che chi è in questa situazione non riesce a vederlo, perché è tiepido e non ha la percezione che ci può essere di più in ogni area della sua vita. Davide aveva una grande capacità di mettersi in discussione continuamente e, anche se era già re, riconosceva le sue debolezze e il suo bisogno di crescere. Il tiepido sotterra il suo talento invece che trafficarlo per avere di più. Dobbiamo bramare il desiderio di fare e dare di più per gli altri per adempiere la volontà di Dio nella nostra vita. Il soldato, infatti, è sempre in servizio anche quando non è sul posto di lavoro, perché sente il senso di responsabilità di agire per il bene e per fare di più.
Apocalisse 3:18 …e di ungerti gli occhi con del collirio, affinché tu veda.
Il Signore ci invita a comprare da Lui un collirio spirituale, affinché possiamo riuscire a vedere che c’è di più sia nel ricevere ma soprattutto nel dare.