Cosa pensi quando senti dire: “Quella persona è così forte!”?. Puoi pensare che abbia la capacità di affrontare tanti eventi negativi, o che può sopportare tragedie senza piangere…
Il concetto di “essere forti” crea tanta ansietà nel mondo, perché nessuno potrà essere forte nel naturale. Siamo persone vulnerabili, che piangono, che si preoccupano. E a volte, quando la nostra reazione alle problematiche non è stata da forti, ci vergogniamo. La vergogna porta all’ansietà e l’ansietà porterà alla paralisi.
In tutta la Scrittura, Dio dice continuamente ai suoi figli: “Siate forti!”. Questo incoraggiamento può essere metabolizzato male e può portarci a due aspetti nella nostra vita: pensiamo che non sia per noi, ma solo per gli altri; oppure, ci porta alla vergogna, perché pensiamo che non possiamo arrivare al livello a cui Dio ci ha chiamato a vivere.
Ma qual è la definizione della forza per Dio?
Aggeo 2:1-5 Nel settimo mese, il ventunesimo giorno del mese, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, dicendo: “Parla ora a Zorobabel, figlio di Scealtiel, governatore di Giuda, e a Giosuè, figlio di Jehotsadak, il sommo sacerdote, e al resto del popolo, dicendo: “Chi è rimasto tra voi che ha visto questo tempio nella sua prima gloria? E come la vedete ora? A confronto di quella, non è questa un nulla ai vostri occhi? E ora sii forte, Zorobabel”, dice l’Eterno, “sii forte Giosuè, figlio di Jehotsadak il sommo sacerdote; sii forte, o popolo tutto del paese”, dice l’Eterno, “e mettetevi al lavoro, perché io sono con voi”, dice l’Eterno degli eserciti, “secondo la parola del patto che stabilii con voi quando usciste dall’Egitto, così il mio Spirito dimora in mezzo a voi. Non temete”.
Quando Aggeo dava questo messaggio ai figli d’Israele, erano stati in cattività per settant’anni e della loro Gerusalemme erano rimaste solo rovine. Aggeo fece agli Israeliti una domanda strana (v.3): “Chi è rimasto tra voi che ha visto questo tempio nella sua prima gloria? E come lo vedete ora?”. La città era distrutta: ma come la potevano vedere? In loro c’era tanta pressione emotiva, erano schiacciati da questa situazione.
Ci sono momenti in cui la nostra vita è in rovina, proprio come lo era Gerusalemme a quei tempi. E crescono cose in posti in cui non ci dovrebbero stare, vedi tutto nel caos più completo. Eppure, Dio è stato sempre con noi! E Dio ci chiama, proprio quando attorno a noi è tutto sottosopra, quando la nostra vita è provata e niente sembra andare per il verso giusto.
Si ha quasi la sensazione di essere chiamati per fallire, perché niente è a posto.
Ma Dio non fece un miracolo a Gerusalemme. Dio incoraggiò il popolo a essere forte e a cominciare a lavorare! (v.4)
Questo episodio non è l’unico nelle Scritture in cui Dio incoraggia a essere forti al di là delle situazioni che si stavano vivendo. Infatti, un altro esempio è di Giosuè che doveva guidare tutto il popolo d’Israele, composto da migliaia di persone, attraverso il fiume Giordano. Giosuè mise il suo piede nelle acque e il fiume si aprì, così tutto il popolo passò su terra asciutta. Ma prima che il fiume si aprisse, Giosuè visse la difficoltà che aveva davanti a sé, perché non era semplice come sarebbe dovuto essere. Anche in questa storia, Dio non fece un miracolo, ma incoraggiò Giosuè, dicendogli: “Sii forte e coraggioso!” per tre volte.
Dio fino ad oggi dice anche a noi di essere forti e coraggiosi.
Ma come si fa a vivere la forza in un momento incerto e difficile della nostra vita?
-1 Se tu vuoi essere forte, devi vivere nel presente.
Esdra 3:12 Ma molti sacerdoti, Leviti e capi della case paterne, anziani, che avevano visto il primo tempio, piangevano ad alta voce mentre si gettavano le fondamenta di questo tempio sotto i loro occhi. Molti altri invece alzavano forti grida di allegrezza.
È di fondamentale importanza vivere il presente. La nostra tendenza umana è quella di guardare e vivere il passato. C’è gente che vive con lo specchietto retrovisore, continuando a notare la vergogna delle scelte sbagliate e sperando senza speranza. Quando il popolo d’Israele cominciò a costruire le mura, alcuni decisero di vivere nella lamentela, ma altri innalzavano grida di giubilo perché vivevano nel presente la gioia di ricominciare di nuovo.
Stiamo vivendo oggi, in quello che Dio ci ha chiamati a essere forti? Smetti di guardare il passato, quando tutto era più semplice, ma vivi nel presente con forza e coraggio. La nostra vita non è finita, perché i giorni migliori sono davanti a noi. I figli di Dio vanno di gloria in gloria. Ogni giorno che passa noi diventiamo più simili a Gesù. Perché guardare il passato e desiderare quei tempi? Oggi Dio ha creato qualcosa per noi e non lo perderemo, se viviamo il presente.
-2 Dobbiamo vivere con convinzione
Occorre riconoscere la nostra autenticità, ma non dobbiamo confonderla con la convinzione di essere figli di Dio e chiamati da Lui. Se viviamo con convinzione, avremo la forza di Dio!
Giosuè 24:15 Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore.
Non tutte le cose hanno un lieto fine. A volte siamo costretti a provare diversi piani per risolvere le vicissitudini, ma anche se fossimo al piano x, vivremo con la forza del Signore, ci alzeremo e benediremo l’Eterno. Se la Parola lo dice, noi ci crediamo, lo confessiamo e lo viviamo.
Il mondo sta bramando la manifestazione dei figli di Dio che hanno convinzione del Vangelo e che lo vivono anche quando non converrebbe. Il fuoco dello Spirito Santo è ancorato alla convinzione.
Dio non ci chiede mai di essere forti nella nostra forza. E l’unico motivo per cui noi possiamo essere forti è perché Dio è con noi.
2 Cor.12:9-10 Ma egli mi ha detto: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è resa perfetta nella debolezza”. Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.
Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle distrette per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte.
-3 Vivere per fede
La parola rhema che Dio diede è “Siate forti e mettetevi al lavoro!”
Il lavoro o l’agire coinvolge la fede. Il fiume Giordano non si aprì con un miracolo direttamente da Dio, ma Giosuè dovette agire immergendo il suo piede come un atto di fede.
Ebr.11:6 Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano.
Sii forte e mettiti all’opera! Questa è la parola profetica per la nostra chiesa. E, anche se il terreno di questa nazione dovesse essere difficile, non importa, perché Dio dice di essere forti e lavorare. Dio ha preparato grandi cose per la nostra chiesa, e di conseguenza per ogni singolo membro. Abbiamo uno scopo in Lui. Forse c’è del caos attorno a noi, ma Dio ci sta preparando per fare un miracolo nella nostra vita.