Diamo il giusto posto a Gesù nella nostra vita.
Gesù non è un uomo che, ha vissuto sulla terra, che ha fatto del bene e poi tutto è terminato con la sua morte. Con la Sua morte, ha dato dispensazione della Sua grazia, dando la possibilità, a coloro che credono e che lo ricevono nel proprio cuore come Signore e Salvatore, di fare un’esperienza personale con Lui.
Ciò non è qualcosa di naturale ma di soprannaturale!
Il sacerdozio di Cristo non nasce da un’eredità naturale ma ha una radice soprannaturale. Il sacerdozio di Melchisedek tipo del sacerdozio eterno di Cristo
EBREI 7/1-3 “Infatti questo Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo, andò incontro ad Abrahamo, mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; a lui Abrahamo diede anche la decima di ogni cosa. Il suo nome significa innanzitutto “re di giustizia”, e poi anche “re di Salem”, cioè “re di pace”.
Senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, ma fatto simile al Figlio di Dio, egli rimane sacerdote in eterno”
EBREI 7/22-28 “Per questo Gesù è diventato garante di un patto molto migliore. Inoltre quelli erano fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare, ma costui, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non passa ad alcun altro, per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro. A noi infatti occorreva un tale sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli, che non ha bisogno ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, quando offerse sé stesso. La legge infatti costituisce come sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento, che viene dopo la legge, costituisce il Figlio reso perfetto in eterno”
Stiamo attenti a non ribaltare l’immagine di Cristo, focalizziamoci su chi Lui è non su ciò che, secondo noi, deve ancora fare nella nostra vita. Gesù ha già fatto tutto per noi non deve fare più nulla!
Nella Parola di Dio c’è la storia di un re che non si è mantenuto umile ed è un esempio negativo, da non seguire, il re Uzziah infatti iniziò a regnare in modo buono, poi però si inorgoglì e peccò davanti a Dio.
2 CRONACHE 26/16-23 “Ma, divenuto potente, il suo cuore si inorgoglì fino a corrompersi e peccò contro l’Eterno, il suo DIO, entrando nel tempio dell’Eterno per bruciare incenso sull’altare dell’incenso. Dopo di lui entrò il sacerdote Azariah con ottanta sacerdoti dell’Eterno, uomini coraggiosi. Essi si opposero al re Uzziah e gli dissero: «Non tocca a te, o Uzziah, offrire incenso all’Eterno, ma ai sacerdoti, figli di Aaronne, che sono consacrati per offrire l’incenso. Esci dal santuario, perché hai peccato! Questo non ti procurerà alcun onore da parte dell’Eterno DIO». Allora Uzziah, che aveva in mano un turibolo per offrire l’incenso, si adirò; ma mentre si adirava contro i sacerdoti, sulla sua fronte scoppiò la lebbra, davanti ai sacerdoti, nella casa dell’Eterno, presso l’altare dell’incenso. Il sommo sacerdote Azariah e tutti gli altri sacerdoti si voltarono verso di lui, ed ecco, sulla sua fronte era lebbroso. Così lo fecero uscire in fretta ed egli stesso si affrettò ad uscire perché l’Eterno lo aveva colpito. Il re Uzziah fu lebbroso fino al giorno della sua morte e visse in una casa isolata, perché era lebbroso, poiché era escluso dalla casa dell’Eterno; e suo figlio Jotham era sovrintendente del palazzo reale e rendeva giustizia al popolo del paese”
Il re Uzziah fece una cosa che non era consentita ai re ma solo ai sacerdoti ovvero offrire dei sacrifici per i peccati del popolo. Ma lui si sentiva potente e credeva di poter fare tutto, per quello che fece gli cadde addosso la lebbra fino al giorno della sua morte e il suo ruolo gli fu tolto e dato al figlio.
Da questa storia traiamo la lezione che dobbiamo rimanere sempre umili e non dobbiamo mai manipolare la volontà di Dio, attenendoci sempre alla Sua e non alla nostra volontà. Ecco perché dobbiamo sempre cercare Gesù.
Dio apre le porte senza il nostro aiuto, non usiamo le nostre forze naturali con il nostro vigore umano per abbattere ostacoli che solo Dio rimuoverà, se sarà opportuno e nel momento che Lui vorrà.
Dio parla attraverso voce udibile e ancor di più attraverso la pace che mette nel nostro cuore. Ascoltiamo la voce di Dio!
- Gesù è Santo. Gesù vuole che camminiamo nella comunione e nell’armonia, se hai rapporto con Cristo non avrai ansia
- Gesù è senza inganno. Se ci allontaniamo da Lui inganniamo noi stessi perché iniziamo a cercare la soddisfazione personale in tante cose alternative che poi non la danno
Gesù è presente. Matteo 9/10-13 “E avvenne che, mentre Gesù era a tavola in casa, molti pubblicani e peccatori vennero e si misero a tavola con lui e con i suoi discepoli. 11 I farisei, veduto ciò, dissero ai suoi discepoli: «Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12 E Gesù, avendo sentito, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Or andate e imparate che cosa significa: “Io voglio misericordia e non sacrificio”. Perché io non sono venuto per chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori»